Una gran bella faccia o un numeroso gruppo di seguaci di Epimeteo (*)

Sabato, pomeriggio fortunatamente non torrido come l’estate impone. Controllo le e-mail e una  in particolare cattura la mia curiosità: l’oggetto recita «Appello 2018». Clicco: «Lettera aperta a Stefano Fassina».
‘Annamo bene,’ penso soralellisticamente.

Trattasi di una mail inviata ad uno sconosciuto, ma si presuppone imponente, numero di destinatari ignari (compreso il sottoscritto) contenete una lettera firmata da un vasto numero di attivisti, giornalisti ed aderenti a vario titolo alla vasta e complessa area della sinistra romana e laziale. I firmatari chiedono, attraverso la formula della lettera aperta al Consigliere comunale, Deputato, già candidato Sindaco, Stefano Fassina (come si può intuire, dunque, figura una e trina), le dimissioni in favore di Sandro Medici, che subentrerebbe al posto dell’ex PD.

Al netto di affermazioni fallaci e risibili atte a giustificare la lettera, quali la convinzione dei firmatari di considerare la lista kaleidoscopio Sinistra per Roma una «delle poche realtà unitarie, che, pur tra contraddizioni e rallentamenti, continua a essere un riferimento politico riconosciuto e riconoscibile», il resto della missiva è davvero da stand-up comedy. 
Riporto, di nuovo, testualmente: «riteniamo sia necessario avvicendare le diverse cariche elettive, talché anche altre sensibilità politiche possano misurarsi (ed essere misurate) sul piano della rappresentanza istituzionale. Chiediamo pertanto a Stefano Fassina, di cui apprezziamo l’equilibrio e la qualità con cui ha finora svolto il suo ruolo di consigliere comunale a Roma, di dedicarsi alla sola funzione parlamentare, brillantemente confermata con il recente voto del 4 marzo. E in tal modo consentire a Sandro Medici, primo dei non eletti e depositario di cospicui consensi, di proseguire in Campidoglio il percorso istituzionale di Sinistra per Roma. Come nei confronti di Fassina, riconosciamo in Medici una spiccata sensibilità unitaria, oltreché un’analoga qualità politico-amministrativa, che siamo sicuri valorizzeranno ulteriormente il lavoro fin qui compiuto».

Non una critica sul comportamento autocratico di Fassina in Assemblea Capitolina.
Non una posizione di autocritica sulla scelta sbagliata, ideologicamente fallace, controproducente, autolesionista (e chi più ne ha più ne metta) di candidare a sindaco di Roma un già esponente di primo piano del PD (che quando provava ad essere di sinistra gli riusciva davvero male: qui un esempio https://www.youtube.com/watch?v=y4Irwt1r3QY).
Dopo aver sostenuto ed eletto Fassina, costoro, l’intellighenzia della sinistra romana (si fa ovviamente per dire) gli chiede di farsi da parte non per quello che non ha realizzato o fatto male, ma per «avvicendare le diverse cariche elettive, talché (congiunzione di cui spesso ne fanno uso gli abitanti di Finocchio o Borghesiana) altre sensibilità politiche» possano entrare in consiglio. Una motivazione evidentemente che confuta una delle tesi portanti della lettera, ovvero, l’esperimento unitario della lista in questione.

Un meraviglioso gioco di rivendicazioni personali spacciato per “lotta politica” o “rivendicazione legittima”. Tutto questo per non ammettere i propri errori o anche uno solo: quello d’aver candidato Fassina a sindaco di Roma. Ben gli sta (quannocevòcevò) a questi meravigliosi seguaci di Epimeteo.

(*) Epimeteo, figura mitica greca, è il fratello di Prometeo. Epimeteo significa, letteralmente, colui che pensa dopo. Prometeo, invece, colui che pensa prima.