Un rigore condanna la Borgata: 2-1 contro la prima della classe

Sarà un po’ più lunga del solito. Quindi, a chiunque stia leggendo, chiedo scusa in anticipo.

Premessa (lunga pure questa. Che palle, eh?)
«Cosa ti manca di più di Roma?». A questa domanda, a chiunque me la ponga, rispondo placidamente: «La Borgata Gordiani». Certo: mi mancano i miei, le nipoti, i tramonti sui palazzi di Torre Maura ma è ovvio. Anche se il quartiere è sempre uguale, anche se è sempre più sporco, anche se ci sono le stesse buche nell’asfalto, anche se ci sono gli stessi tossici agli stessi incroci delle strade, ma non importa quanto brutto sia il luogo in cui sei nato e vissuto: è pur sempre il tuo posto, come avrebbe detto Luigi Meneghello del suo paese in Libera nos a Malo. Eppure, quando mi sono messo in viaggio dalla Val Seriana per tornare a Roma, non pensavo a nient’altro che alla Borgata e che sarei tornato a vederla.
Capita talvolta che i ragazzi bergamaschi delle mie classi notino gli adesivi della squadra che ho appiccicato sul pc e sulla borraccia e, incuriositi, a fine lezione mi fermino per chiedermi: «Prófe, ma cos’è Borgata Gordiani?». E allora comincio a raccontare della squadra in cui non ci sono presidenti, in cui decide l’assemblea, in cui si è proprietari della squadra e il modo in cui la si vive ogni domenica, col trasporto di star partecipando a qualcosa di tuo e di unico, di prezioso e di bellissimo perché lo hai visto crescere insieme a te.
I loro occhi si fanno curiosissimi e inizia una conversazione a parte sul calcio popolare di Roma cercando paragoni con le loro realtà ma per loro è diverso: ogni paese ha una squadra (a volte due), c’è molta competitività tra le compagini cittadine ma tifo ce n’è poco, a parte qualche eccezione, ma tutti i soggetti dei paesi (specie in valle) sono coinvolti nel sostegno della squadra. Una forma di azionariato popolare civico che non mobilita un gruppo specifico ma che riesce a far vivere una realtà per la necessità che la comunità abbia una propria rappresentanza ideale oltre ai luoghi che la caratterizzano in senso stretto.

Insomma, tornare a vedere la Borgata è stato emozionante sotto molteplici punti di vista, specie per il calore ricevuto che mi ha fatto immensamente bene.

Ma veniamo a noi: la partita contro la Virtus Santa Maria delle Mole.

Presenze illustri.
La squadra di Santa Maria delle Mole gioca al campo della medesima cittadina che la Borgata ha imparato a conoscere due stagioni fa, in Seconda Categoria: era il campo casalingo della Ciampino City Futsal (che però giocava a calcio a 11), di cui ora si sono perse le tracce nei meandri del dilettantismo laziale. Ricordi funesti di quel pomeriggio in cui non c’erano portieri titolari e il secondo portiere si infortunò nel corso del primo tempo. Ma ora è il 10 novembre e la Borgata è in Prima Categoria: ha cambiato modulo e la rosa si è ringiovanita con nuovi elementi.

Mentre aspetto l’arbitro per fare la foto alle liste, passa sotto ai miei occhi tutta la rosa locale in tinta bianco-celeste e noto un volto conosciuto nell’ambito del dilettantismo laziale: Orlando Fanasca.
Lo scorso anno aveva annunciato in pompa magna che avrebbe allenato e si sarebbe ritirato dal calcio giocato ma: alle promesse dei calciatori «non credere mai».
Dalla coppia con Renan Pippi alla Lupa Castelli Romani e nuovamente con la Nuova Monterosi in Eccellenza e Serie D, passando per Viterbese e un numero imprecisato di presenze in altre piazze laziali, rieccolo qui: orfano della fu Bi.Ti. Calcio, sua ultima esperienza calcistica, è ora in forza nella squadra di Santa Maria delle Mole il cui sponsor è quello della società edile sopra citata: uno spin-off della Bi.Ti. Calcio, in sostanza.
La Virtus non perde mai. Non ha perso una partita fino ad ora e, per sfortuna della Borgata, non ha perso neanche oggi.

Foto della irreprensibile Elisa Vannucchi.

Subito sotto
Fanasca, proprio lui, regala il gol del vantaggio dopo due giri d’orologio: calcio d’angolo, pallone spiovente in aria e tocco di testa che trafigge Repetto. Non è neanche troppo alto, per la verità: era stato lasciato forse troppo libero. Due minuti dopo un altro calcio d’angolo fa pensare al peggio a tutti ma, fortunatamente, la palla esce e si spegne sul fondo. L’attacco della Virtus si produce in altri affondi al quinto e al settimo minuto ma la Borgata, sebbene scossa da subito, reagisce ordinatamente. Gli ospiti, i granata, c’è da dire che hanno una marcia in più rispetto alla squadra di casa: il tifo anche oggi è accorso numeroso ed è gagliardamente, come al suo solito, sostenitore degli undici in campo. Ogni palla recuperata somiglia al pareggio raggiunto ma è la Virtus che prova, in verità, a raddoppiare. Al 22’ il duo Audisio-Di Stefano si producono in un’ottima azione ma, una volta nell’area piccola, sbagliano i tempi e l’occasione non si concretizza, lasciando il pallone al possesso dei locali. La Borgata non vuole stare a guardare e blocca ogni iniziativa dei locali: il tempo è maturo per il pareggio.
Cinque minuti dopo, al 27’ arriva il pareggio: Mascioli (Moreno) batte una punizione delle sue che sarebbe entrata tranquillamente, se non fosse stato per la respinta di Carpani (postosi sulla linea di porta). È un attimo, una frazione di secondo, non lo vede arrivare nessuno: Piccardi supera tutti e sfrutta quel pallone respinto dal numero 3 locale per insaccare il gol del pareggio, battendo un non brillante Fracassi.

Il triumvirato granata Nicchio, Cicolò, Zannini.

È la Borgata ora a mostrare i muscoli: vuole il raddoppio, cercandolo a tutti i costi ma per una punizione (stavolta calciata da Pompi) che non trova l’incornata di Mascelloni, il Santa Maria si produce in un contropiede velenosissimo (pallone smistato dal solito Fanasca) che fa bruciare fulmineamente porzioni di campo all’attacco locale. Repetto compie il miracolo e la sua mano devia, con l’aiuto della traversa, il pallone in angolo.

Locomotiva Piccardi
Nel corso della ripresa entrambe le squadre cercano il pareggio: la Virtus tenta l’assedio nei primi dieci minuti senza riuscire a concretizzare le palle inattive (un angolo e una punizione) per sbloccare nuovamente il risultato in proprio favore.
All’11 è la Borgata che si fa vedere di nuovo. Fattorini smista un pallone delizioso pescando Audisio che macina metri di campo trovandosi a tu per tu col portiere, tiro potente ma centrale: Fracassi respinge di pugno.

Ancora purgatorio granata: due angoli e un’altra punizione bianco-celeste costringono gli undici di mister Amico a indietreggiare e a chiudersi. Al 19’, però, è la Borgata ad avere un’occasione ghiottissima. Piccardi toglie la palla all’ala locale (Acciari) e prende in giro tutta la fascia sinistra superando, uno dopo l’altro, tutti gli uomini che provano a venirgli incontro per togliergli il pallone.
Ma il capitano è in modalità Orient Express: lascia tutti sul posto e costringe Fracassi, giunto inspiegabilmente a ridosso del centrocampo, a tornare indietro velocemente. Piccardi percorre tutta la linea dribblando l’ultimo ostacolo locale: avrebbe bisogno di un attaccante che in quel momento non c’è. Sopraggiunge Mascioli (Moreno) ma il suo tiro si staglia contro il corpo di un avversario.
Il 10 granata reclama il fallo di mano ma l’arbitro fa proseguire.
Era davvero un’occasione d’oro. Un pugno di minuti dopo e la partita compie un’inversione a U. Repetto, nel togliere il pallone ad un attaccante biancoceleste (chiedo scusa al calciatore della Virtus ma proprio non sono riuscito a vedere il numero), commette fallo. O, almeno, così stabilisce il direttore di gara. La Virtus si affida all’esperto Fanasca: raddoppio.

La Borgata lotterà fino alla fine ma il risultato rimarrà inchiodato sul 2-1 per i locali fino al 48’ della seconda frazione di gioco. C’è rammarico, è vero, ma la Borgata ha dimostrato di esserci e di sapersela giocare su un campo duro e contro un’avversaria ostile come la Virtus, compagine creata ad hoc per far sì che possa passare rapidamente di categoria e approdare nuovamente in Promozione, là dove lo sponsor (ex proprietario della squadra omonima Bi.Ti.) aveva lasciato un posto nel Girone D.

Me ne torno a casa pieno di abbracci, di saluti e di «quando torni, prof?».

Grazie, Borgata!

p.s. Comunque, tra i due (Fanasca e Pippi), il più forte era Pippi. Tiè.

Il tabellino della sesta giornata di campionato | Prima Categoria Laziale | Girone F

VIRTUS SANTA MARIA DELLE MOLE – BORGATA GORDIANI 2-1

MARCATORI: 2’pt Fanasca (VSMM), 27’pt Piccardi (BG), Rig. 26’st Fanasca (VSMM)

VIRTUS MARIA DELLE MOLE: Fracassi, Colabello (1’st Kalaj), Carpani, Pruiti, Galeotti, Cortese, Bordi (31’st Empoli), Capolei, Fanasca, Spina, Acciari. PANCHINA: Rugghia, Cellini, Fortini, Santarelli (34’st Querini), Basili, Serafini.
ALLENATORE: Livio Rocconi.

BORGATA GORDIANI: Repetto, Capostagno, Piccardi, Pompi, Mascelloni, Colavecchia, Di Stefano, Mascioli F. (8’st Cultrera jr poi sostituito nuovamente: 30’st Tarisciotti), Audisio (32’st Proietti), Mascioli M., Fattorini (44’st Di Giambattista). PANCHINA: Cherubini, Barsotti, Ranallo, Speu, Tarisciotti.
ALLENATORE: Fabrizio Amico

ARBITRO: Arman Gabriele (Frosinone).

NOTE: AMMONITI
: 31’pt Capolei (VSMM) per proteste nei confronti del Direttore di gara, 8’st Capostagno (BG), 23’st Mascelloni (BG), 39’st Fracassi (VSMM) per perdita di tempo, 39’st Fattorini (BG). RECUPERO: 0’pt – 3’st. ANGOLI: VIRTUS SANTA MARIA DELLE MOLE 4 – 2 BORGATA GORDIANI.
Tra le note mi sembra doveroso citare le calzature dell’arbitro, sceso nel rettangolo di gioco in scarpe da ginnastica.