Ogni tanto quando spiego e la classe è svogliata, tramortita dall’ora precedente, semplicemente apatica, mi sembra di essere come Riccardo Pazzaglia in “Così parlò Bellavista”. È tutto un tentare di prendere appunti, senza davvero mai riuscirci: al tentativo manca l’intenzione. Si susseguono domande di pur volenterose studentesse, armate di matita HB, che tentano di stare al passo di quello che dici e invece finisce che ti interrompono 6-7 volte per la stessa cosa.
Un po’ come quella scena del “Cavalluccio rosso” del film di De Crescenzo.
“Dottò, scusate, ma che è successo?”
“Che è successo…? Dunque, io tengo un nipote”. E ricominciava dal principio per una serie infinita di volte e ogni volta aggiungeva particolari sempre più violenti, in un climax di invenzione e teatralità, nonché di recrudescenza, tra il riso dei presenti che lo invitavano a ripetere la storia facendo dire a uno che fingeva di non aver capito la storia dottò, scusate, ma che è successo? Un po’ come quando, alla terza/quarta volta che ripeti una cosa, c’è sempre lo studente che alza la mano e ti dice: “Che ha detto professò?”.
“Non è possibile! Non è possibile più: è una giungla, avete presente il film “Giungla d’asfalto”? È tale e quale! è tale e quale!
Le guardie non ci sono, si vedono solo per fare le multe, poi spariscono; lo Stato è ASSENTE: lo Stato è assente, non è possibile vivere. Una persona per bene quando esce ‘a matina, sapete per avere un poco…un poco…un poco poco di sicurezza per strada che deve fare? Dovrebbe uscire con una pistola qua, come a Tom Mix. Vo’ ricurdate a Tom Mix?”
“Dottò, scusate, ma che è successo?”
“Che è successo? E che è successo…dunque io tengo un nipote che si chiama Geppino, figlio di mia sorella separata, che è stata sfortunata con il marito… Stamattina è la nascita sua, ho detto: Geppì, bello dello zio, vuoi un regalo per questa nascita? Lui ha detto: voglio un cavalluccio… Dice, però ha precisato: lo voglio rosso! Io quasi come se avessi avuto un presentimento, ho detto: Geppì, bello dd’o zio, ma per forza rosso deve essere il cavalluccio? Per forza rosso! Mi dovete credere ho girato tutto il mercato, tutto il Rione Mercato, non si trova un cavalluccio rosso”
“Nientemeno?”
“Nun si trova! Tant’è vero che quando io l’ho visto… guardate l’ho visto …questo è l’ultimo cavalluccio che si fa a Napoli, nun se fà cchiù, … dopo devono venire dal Giappone… talmente dall’emozione, che io ho pigliato, ho fermato la macchina e… non capivo più niente… e l’ho lasciata aperta… Questo, debbo riconoscere…”
“E vuje lasciate a machina aperta c’ tutti sti ladri ca stann’ n gir?”
“Nooo, ma io…, ma io… l’ho lasciata aperta per un minuto, perché tenevo un occhio al cavalluccio e un occhio alla macchina. Infatti ho visto questo giovane criminale che entrava dentro alla macchina… allora ho capito il pericolo, no? Ho scostato la signora, è vero?”
“EHEE HO SCOSTATO! VOI M’ AVETE BUTTATO PER ARIA!! SE NON ERA PER STU GIOVANOTTO CCA MI MANTENEVA, M’AVEVEVATE’ BUTTATO LUNGA LUNGA A TERRA!”
“È stato proprio così, è stato! Se non ci stavo io la signora andava certamente per terra”
“Vabbè, insomma, allontanavo la signora e sono corso verso la macchina mi sono tuffato dentro alla macchina e l’ho acchiappato per le cosce a questo giovane criminale ed io tiravo e lui tirava avete presente il capitone? Faceva come il capitone. A un certo momento, mi è sfuggito dalle mani e forse non è stato è stata la Madonna del Carmine, perché, guardate, se io lo acchiappavo, con queste stesse mani, guardate, io oggi l’avrei ucciso!
“NOOOO! NOOOOOO E che vi inguaiavate?!”
“No, io oggi l’avrei ucciso…l’avrei ucciso!”
“Scusate, ma che è successo?”
“Che è successo? Dunque, io tengo un nipote, che oggi è la nascita sua, è il figlio di mia sorella separata dal marito è stata sfortunata, no?! Allora stamattina io ho detto Geppì, bello dello zio, che cosa vuoi per questa tua nascita? Dice, voglio un cavalluccio! Tanto che io quando ho sentito questa cosa del cavalluccio mi sono commosso. Perché in questo mondo crudele, in questo mondo infame per cui, in cui, perfino le creature,no? Vogliono chisti giochi, comm’ si chiamano, i giochi nevrotici,’e giochi si chiaman’ giochi di guerra, war games [prounciato var games] Perfino.. quello cosa voleva quest’anima di cosa. M’ha cercato: ‘un cavalluccio’ Mi sono commosso, mi dovete credere; mi sono commosso! Cinque volte mi hanno rubato la radio, non ci crederete. Sopra all’assicurazione mi schifano Ha capito che mi hanno detto al commissariato? Ma voi perché ci tenete tanto a sentire la radio? Ecco lo Stato: assente!… perché chill’ pigliano ’e mannan nientedimeno a fare gli arresti domiciliari nelle loro ville di chi sta a Sorrento. Ma a Sorrento ci vaco pur’io! Se facessero come l’Ayatollah… ZAC, la vera democrazia! Questa è la vera democrazia!”
“Scusate, ma che è successo?”
“Che è successo? Dunque, oggi è la nascita di mio nipote Geppino. È il figlio della mia sorella separata. A un certo momento ho detto: Geppì, che vuoi per il tuo genetliaco? Dice un cavalluccio? Un cavalluccio rosso. Mò cavallucci rossi non se ne trovano a Napoli, per cui quando, dopo aver girato per tutto il mercato, ho visto il cavalluccio rosso e purtroppo ho lasciato la macchina aperta”
“E vuje lasciate a machina aperta e vi lamentate di tutti sti mariuoli che ci stanno in giro?”
“Noo, ma io stev con un occhio al cavalluccio e un occhio alla macchina. Tant’è vero che ho visto questo giovane delinquente che entrava dentro e mi sono buttato per cercare. Ho pigliato la signora, l’ho scostata, è vero signora?”
“Scostato? Vuj m’aveete buttato per aria! Si nun foss stat per stu giovanott tanto carino e gentile m’avess mantenuto, io avess carut n terr lunga lunga”
“È proprio così: una questione di centimetri: l’ho presa al volo la signora”
“Vabbè… al volo, al volo.. insomma io sono entrato nella macchina e l’ho acchiappato per la coscia a questo delinquente, no? E non lo mollavo, e lui tirava dall’altra parte ed io lo tiravo di qua ad un certo momento… Sapete il capitone? Mi è sfuggito di mano proprio: forse è stata la Madonna del Carmine, perché se io lo trovavo, lo pigliavo sotto le mie mani, ve lo giuro proprio su mio nipote Geppino, guardate io sono una persona perbene, eppure con queste mani l’avrei ucciso!
“EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEH”
“L’avrei ucciso: sì, sì!”
Poi la scena virava in una critica, dunque l’intera scenetta aveva un doppio intento dolce-amaro:
“Dottò nell’incidente di prima, nella vostra macchina, il ragazzo ha perso la collanina d’oro. Un ricordo di sua madre: se col vostro permesso se la può andà a piglià. Vai ciccì… Ca ta pigl la collanin, ca o ddottor è cosa nostra!”