street art in un palazzo di Nuuk – fonte: thefourthcontinent.com |
Arrivo a casa dopo una giornata di lavoro. Prendo la macchina parcheggiata sulla main street di Torre Maura. Apro lo sportello e, mentre sto per salire in macchina, con la coda dell’occhio vedo uscire in strada, dal condominio in cui vive, la Vice Presidente del Senato della Repubblica, denominata senatrUce da più parti nella precedente legislatura, nomignolo che le è stato affibbiato sia per la sua veemenza con cui interveniva in aula, sia per il suo eloquio non propriamente dei Parioli, diciamo così. La Vice Presidente esce e chiacchiera con un ragazzino che avrebbe potuto esserle figlio o nipote, ma non è mia intenzione aprire una trattazione su questo. Il punto è che la Vice presidente stava uscendo di casa e stava imboccando la strada principale del suo quartiere e, pur se incontrava gente, non veniva salutata da nessuno. Le persone che passavano attorno a lei erano sostanzialmente indifferenti e sembravano non riconoscerla affatto. Torre Maura, in fondo, è un paesone: tutti conoscono più o meno tutti e non sempre dalle vie del quartiere esce fuori un Vice Presidente del Senato o un Senatore, anzi.
In un attimo, mentre la guardavo andare oltre per la Colombiskij Prospekt, ho pensato per un attimo a coloro i quali, in tempi non sospetti, si lasciarono andare in arditi paragoni circa la composizione del M5S. Nel contenitore pentastellato c’era chi ci vedeva davvero di tutto, ma chi mi colpì di più fu chi asseriva fermamente che il M5S poteva essere considerato una forza di massa paragonabile al Partito Comunista Italiano. C’era anche chi affermava come fosse un «movimento di (s)cittadini», quindi sano a prescindere per il semplice fatto che non vi fossero strutture etc. Ho ripensato al paragone M5S/PCI, nonostante le fondamenta di quest’equazione fossero poco salde fin dall’inizio, e mi è venuto istintivo paragonare quella scena di vita quotidiana della Senatrice a Enrico Berlinguer fuori dai cancelli di Mirafiori o a Sandro Pertini, nella celebre foto in cui girava senza scorta.
Due giganti, senz’ombra di dubbio, e certamente il paragone non reggerebbe. Ma, per tutta risposta, non sta in piedi neanche l’equazione M5S=partito di massa, è piuttosto evidente. E poi, così come la Senatrice Taverna, anche Pertini e Berlinguer, prima di essere stati Presidente della Repubblica e Segretario del Partito Comunista Italiano erano due persone.
Persone che per l’area politica che hanno rappresentato erano senz’altro dei punti di riferimento.
Persone che per l’area politica che hanno rappresentato erano senz’altro dei punti di riferimento.
Ecco, ripensando al fatto che la Vice Presidente del Senato della Repubblica non fosse fermata da nessuno per le strade del suo quartiere, ho iniziato ragionare sulla mancanza di punti di riferimento, tutto sommato evidente, per coloro che hanno ritenuto di affidare la propria fiducia all’organizzazione politica risultata la più votata nel Paese, nonostante si tratti di un elettorato fluido e non di un “corpo compatto” come poteva essere nella così declamata Prima Repubblica.
Il fatto è successo qualche giorno fa e avevo pensato di buttare giù una riflessione simile a caldo. Rimuginandoci un po’ su decisi che forse stavo seriamente perdendo tempo, tuttavia il paragone mi ronzava in testa da giorni e alla fin fine ho ceduto alle pressioni della (pur poca) materia grigia presente.