Il dibattito, dunque, che è presente nell’interlocuzione tra i partiti di maggioranza, nonché sui quotidiani nazionali tutti (giornali a carattere locale compresi), è riguardo le intercettazioni telefoniche.
«Quando le intercettazioni vengono pubblicate sui giornali, la colpa non è di chi le pubblica e che fa il suo mestiere, la colpa è di chi non tutela il segreto istruttorio, che dovrebbe impedirne la diffusione […] Poiché molte volte queste intercettazioni escono, nonostante il divieto di diffusione, questo significa che non si vigila abbastanza».
Nordio ha poi aggiunto che la «riforma è una priorità del governo», esattamente come per i governi Berlusconi, Prodi, Monti, Draghi, Letta, Gentiloni.
Aumentare l’elenco con esecutivi tecnici e “balneari” quanto basta.
«Nessun passo indietro di “Noi moderati”: siamo a fianco del ministro della giustizia e con questa maggioranza. Le intercettazioni sono uno strumento importante ma gli abusi vanno contrastati e combattuti: forse è giunto finalmente il momento, in questa legislatura, di fare una riforma della giustizia a favore del cittadino».
«Si è cercato di forzare la passione con cui [Nordio] ha parlato, però ha detto che non verrà colpito l’uso delle intercettazioni ma le sue distorsioni, le violazioni della privacy e della presunzione di innocenza. E quando si analizzeranno le proposte concrete si vedrà che si è creato un caso oltre la realtà».[2]
«Noi di Forza Italia sosterremo l’azione del ministro Nordio con assoluta convinzione. Il nostro obiettivo non è certo un conflitto tra politica e magistratura: le nostre riforme non sono contro i magistrati ma per il cittadino. Certo, incontrano l’ostilità di alcuni settori politicizzati della magistratura, alcuni di questi magistrati sono passati direttamente dai loro uffici giudiziari alle aule del Parlamento nelle fila dei 5 stelle. E questo dimostra quanto poco quei magistrati potessero essere imparziali; altri colleghi sono rimasti nelle fila della magistratura di sinistra. Ma la gran parte della magistratura svolge il compito con imparzialità e senso dello Stato».
Nonostante la legge Orlando-Bonafede – che infiniti addusse lutti agli Achei – sia in vigore da qualche anno.
Sul tema tuona «Il riformista» di Piero Sansonetti:
«Per i Pm anche l’insulto è un indizio. Negli atti di un’inchiesta che riguarda Carlo Fidanza e altri Fdi la procura di Milano include parolacce intercettate e rivolte anche a persone non indagate come Daniela Santanché. E tutto finisce sui giornali. Rilievo per le indagini? Zero. Ma per i magistrati vale zero pure la legge».
E sì che proprio “il cittadino”, evocato a più riprese, aveva bocciato la consultazione referendaria dei “cinque referendum per la giustizia giusta” promossi dal Partito radicale nonviolento transnazionale e transpartito, dalla Lega, da Matteo Salvini [3], per cui la galassia liberal aveva comunque dato indicazioni di voto.
Pubblicato su «Atlante Editoriale» e visibile qui: https://www.atlanteditoriale.com/it/macrotracce/it-giustizia-e-intercettazioni-no-a-violazioni-della-privacy-ma-il-dibattito-fa-piombare-il-paese-nel-1994/