Si tratta del GM Championship, ovvero del campionato di calcio groenlandese. Dura poco più di un mese, ma le fasi finali durano solo pochi giorni. Si gioca solo in agosto, per ovvi motivi climatici. A differenza degli altri anni avrà luogo la sola competizione maschile. [Articolo pubblicato il 10/08/2023 sul quotidiano «il manifesto»]
Il 19 agosto [2023] è stato fissato l’avvio della stagione ‘23/‘24 della Serie A italiana. Ma c’è un altro campionato che inizia nello stesso mese e termina un pugno di giorni prima. Ci vogliono cinque giorni in tutto perché le fasi finali comincino e finiscano: da oggi al 15 agosto. È il campionato della Groenlandia, il “GM championship 2023”, cioè la stagione calcistica dell’isola più grande e più a nord del mondo. A luglio sono terminate le fasi locali del torneo e, dopo qualche giorno di pausa ad inizio agosto, ha inizio oggi la seconda parte (la fase finale) del torneo: due gironi all’italiana con eliminazione diretta.
Qualche dato
Ad eccezione della consuetudine che prevede sia il campo di Nuuk, cioè della capitale del Paese, nonché le relative squadre della città, ad organizzare la fase finale del campionato, quest’anno la Federazione calcistica della Groenlandia (Kak) ha optato per il campo della città di Qaqortoq, probabilmente per il concomitante anniversario (novantesimo dalla fondazione) della squadra cittadina, il K-1933. Per assistere alle partite non è necessario alcun biglietto e non ci sono né gradinate né tanto meno tribune: ci si siede sopra le rocce antistanti al campo.
Astrarsi dal calcio milionario e dai 7€ al secondo di Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita, è cosa buona e giusta. Quando si parla di calcio in Groenlandia i soldi e i limiti d’età, ad esempio, semplicemente non esistono. Nell’edizione del 2018, in una partita fra le squadre Kugsak-45 di Qasiggiannuit, (insediamento della Baia di Disko che conta poco più di mille anime) e Nagdlunguaq-48 di Ilulissat (terza città del Paese e vincitrice della precedente edizione del campionato), si sono affrontati il più vecchio e il più giovane calciatore di sempre del campionato: Jonas ‘Kidi’ Hansen e Nemo Thomsen, segnando l’uno il gol della bandiera e l’altro una tripletta in una partita che ha avuto ben poco da dire terminando 1-13 per l’N-48. Jonas Hansen aveva all’epoca della partita 47 anni e 357 giorni mentre Nemo Thomsen, il più giovane, ne aveva da poco compiuti 14. Hansen ha sempre e solo giocato per la polisportiva del suo paese e quell’edizione fu anche l’ultima; Thomsen, invece, ha da poco firmato un contratto con la prima squadra del Kolding IF, società di massima serie della Danimarca.
Niente campionato femminile
Una delle sorprese di questa edizione del GM è che non avrà luogo il campionato femminile. La notizia era già stata resa nota agli organi di stampa in pieno luglio. Jakob Geisler, ex allenatore dell’IT-79 femminile di Nuuk, raggiunto telefonicamente ha risposto non nascondendo tristezza e rassegnazione: «non ci sono abbastanza squadre iscritte e, purtroppo, non si terrà il campionato». Ha poi aggiunto che la federazione pare stia spingendo molto di più il movimento calcistico maschile (sia senior che iunior) di quello femminile. Per la verità lo stesso Geisler tre anni fa denunciava come il livello del calcio a 11 femminile si fosse abbassato notevolmente «a causa della mancanza di una vera e propria rappresentativa: una nazionale avrebbe bisogno di fondi necessari per poter raggiungere competizioni e tornei internazionali, ma questo non accade».
La situazione non è rosea e in poco più di dieci anni è andata visibilmente deteriorandosi. È bene ricordare che nel 2011 la nazionale femminile di calcio della Groenlandia raggiunse la medaglia di bronzo agli Island Games così come due anni dopo ai medesimi giochi svoltisi a Bermuda aveva ottenuto l’argento.
Le squadre qualificate
Se in un primo momento la stampa locale aveva gioito per l’approdo alle qualificazioni della squadra dell’insediamento di Ittoqqortoormiit (costa orientale del paese, 345 abitanti) il 1 agosto un caustico comunicato della Federazione calcistica groenlandese ha dichiarato come la compagine non avrebbe preso parte al campionato. La squadra (il cui nome è uno scioglilingua: AK Ittoqqortoormiit, nome esteso: Arsaaddardud Klubia Ittoqqortoormiini) nonostante avesse raggiunto per la prima volta la fase finale, sarà sostituita dall’Eqaluk-54 della città di Tasiusaq. L’AK Ittoqqortoormiit, fondata nel 2018, sarebbe stata l’unica squadra della costa est della Groenlandia ad aver passato le fasi locali per quest’edizione del campionato.
Per la verità, lo stesso allenatore dell’AK Ittoqqortoormiit al momento dell’avvenuta qualificazione aveva rilasciato un’intervista alla stampa locale in cui dichiarava che sia lui che la squadra «avrebbero fatto di tutto per cercare di rappresentare la città». Perché “faremo di tutto”? Semplice: per attraversare il paese dalla costa est, la più svantaggiata e la meno occidentalizzata, ci vogliono tempo e soldi. Nella fattispecie: tre aerei di tre aziende diverse, scalo in Islanda e anche un piccolo spostamento in barca per raggiungere il campo di Qaqortoq. Gli atleti della rappresentativa di Ittoqqortoormiit sarebbero giunti al campo in 13 più l’allenatore-giocatore, praticamente contati. Il numero così esiguo di partecipanti non è casuale: non si tratta di giocatori professionisti (nessuno gioca per soldi in Groenlandia), molti sono cacciatori. La stagione della caccia alla renna, per la parte orientale del paese, rappresenta il primo (se non in alcuni casi l’unico) mezzo di sostentamento non solo per nuclei familiari ma per villaggi interi. Per le medesime difficoltà logistiche anche l’UB-83 di Upernavik ha rinunciato alla partecipazione al campionato pur essendosi qualificata. Nonostante la federazione abbia contattato anche altre squadre (Sak di Sisiumut) sarà un’edizione ristretta del campionato con solo sette clubs: il K-1933 della città di Qaqortoq; l’IT-79 della città di Nuuk; il B-67 della città di Nuuk; il Nagtoralik della città di Paamiut; l’N-48 della città di Ilulissat; il G-44 della città di Qeqertarsuaq e infine l’Eaqaluk-54 della città di Tasiusaq.
Non solo calcio
Vicende calcistiche a parte, la stampa internazionale è tornata a parlare di Groenlandia a causa della situazione che lega il Paese al bacino di Kuannersuit (in lingua locale, il kalaallisut; Kvanefjeld in danese). La questione è quella dell’individuazione ed estrazione delle terre rare per cui un società australiana, la Energy transitions minerals, il 20 luglio ha presentato un’istanza di reclamo presso il tribunale di Copenaghen affinché – sostiene l’azienda – si dirima la controversia della licenza e dell’assegnazione del bacino di Kuannersuit, sesto giacimento di uranio al mondo, ma anche uno tra i più ricchi di terre rare del Pianeta. La Groenlandia ha iniziato a far gola a molti, specie da quando l’occidente ha iniziato a voltarsi per cercare alternative al petrolio. Celebre l’intenzione di Donald Trump di voler acquistare l’isola. La dichiarazione pubblica suscitò indignazione da più parti.
Al governo della Groenlandia, però, non c’è più Siumut (partito socialdemocratico), che a suo tempo aveva avviato i colloqui con l’azienda nonché acconsentito a generici progetti di individuazione ed estrazione, ma la sinistra radicale indipendentista. Nel 2021 il dominio di Siumut (ininterrottamente al governo dal 1979) lo ha interrotto il partito Inuit Ataqtigiit (che tradotto significa “Comunità Inuit”). Nessun governo di coalizione con Siumut e, anzi, subito la promulgazione di una legge che vieta ogni attività estrattiva. Mute Edege, primo ministro, durante quella campagna elettorale ebbe modo di dichiarare la propria contrarietà ad ogni progetto di attività estrattiva nel Paese anteponendo la questione perfino all’indipendenza integrale dalla Danimarca. Il regime di autogoverno, per una volta, non venne troppo contestato: prima la salute, si era detto in quella campagna elettorale. Certo è che per comprendere davvero la realtà groenlandese va fatto un proverbiale (e metaforico) “passo indietro”: non solo per comprenderne la politica (la sinistra radicale al governo che fa quel che dice!) ma anche per comprenderne le vicende sportive, dal momento che il campionato non è riconosciuto dalla Fifa.
L’articolo è stato pubblicato anche sul sito del quotidiano: https://ilmanifesto.it/il-calcio-on-the-rocks