Le Olimpiadi delle Nazioni senza Stato

Nell’Isola di Guernsey dal 9 al 14 luglio (l’8 è in programma la cerimonia d’apertura) si sfideranno 2.194 atleti provenienti da 24 isole di tutto il mondo, per 14 sport e 522 medaglie d’oro in palio.

Non si tratta delle Olimpiadi o di altro evento sportivo a carattere transnazionale. O meglio: in parte lo è davvero ma le nazioni che gareggeranno non sono pienamente riconosciute dalla comunità internazionale. Si tratta della XIX edizione dei ‘Giochi delle Isole’ (conosciuti anche come NatWest Island Games per motivi di sponsorizzazione): un evento mondiale che si tiene ogni due anni di norma, interrotto dalla pandemia, che raggruppa più discipline sportive ed è organizzato dall’International Island Games Association. Le rappresentative isolane si sfideranno in tutte le competizioni tipiche delle olimpiadi tra cui: tiro con l’arco, atletica, triathlon, pallacanestro, ciclismo e calcio ma c’è spazio anche per vela, golf, tiro al bersaglio, ping-pong, badminton e bocce.

Nazioni senza Stato
Per far capire al lettore in che dimensione ci si muove: l’edizione del 2017 s’è svolta a Gotland, un’isola “svedese” in mezzo al Mar Baltico fra il paese scandinavo prima citato e la Lettonia mentre l’ultima in ordine cronologico si è svolta a Gibilterra (sebbene tecnicamente non sia un’isola, ma è l’unica eccezione di questi giochi).

Tra le nazioni partecipanti ci sono le isole Åland (arcipelago finlandese di più di 6.500 ‘atolli’ ma di lingua svedese; tecnicamente autonome dal governo di Helsinki e pure smilitarizzate), la Groenlandia e le Faroe (in regime di autogoverno ma dipendenti dalla corona danese), l’isola di Gozo (Malta), Minorca (Spagna) e moltissime altre isole appartenenti alla corona britannica (Cayman, Falkland, Isola di Man, Isola di Wight, Jersey, Sant’Elena e via dicendo).
Ad edizioni alterne hanno partecipato anche l’isola di Rodi (Grecia), l’Islanda, l’Isola del Principe Eduardo (Canada) e Malta. Guernsey stessa, l’isola che ospita la XIX edizione, è un’isola che fa parte del Commonwealth ed è situata nello stretto della Manica. E, sebbene si parli inglese come lingua ufficiale, gli abitanti utilizzano anche il francese, nonché il dialetto locale.

Gli organizzatori dei NatWest International Island Games hanno svelato il programma sportivo nei primi giorni del mese di maggio di quest’anno: ci sono 205 eventi in programma e nei sei giorni di sport si attiverà anche la diretta streaming.

Fermento sull’isola
La piccola comunità dell’isola (63.950 abitanti) è già in fermento dall’inizio di quest’anno e, subito dopo la rivelazione del programma, gli isolani hanno iniziato non soltanto ad addobbare le strade e i palazzi ma anche a premiarne il migliore. C’è anche un concorso pubblico si fa sul serio: c’è anche una mail a cui inviare il proprio addobbo e concorrere (info@guernsey2023.gg). Quello giudicato più bello si intascherà 100 sterline. “Sii colorato e creativo quanto vuoi”, recita il comunicato, “divertiti, sventola bandiere dai balconi, appendile alle finestre, adorna il tuo giardino”. E non c’è obbligo di esporre le bandiere dell’Isola di Guernsey, si possono scegliere le effigi di tutte le nazioni partecipanti. Lo ha riportato nelle scorse settimane persino la «Bbc» e lo ha anche ribadito Amanda Hibbs, responsabile della comunicazione e degli eventi dei Giochi che ha dichiarato come voglia vedere l’isola brillare di colori per accogliere nel migliore dei modi gli atleti che accorreranno: «Sono stati anni difficili ma dopo [questo periodo] gli Island Games riporteranno il sorriso sui volti delle persone».

La partecipazione della Groenlandia
Uno tra i dati più curiosi di questi giochi è la partecipazione dell’isola più grande del mondo. Che si possa credere o meno, esiste un campionato di calcio in Groenlandia (sia maschile che femminile). È strutturato in tre fasi: locale, regionale e “nazionale” (ma è più corretto chiamarla “finale”), quest’ultima divide le squadre in due gruppi (A, B), solitamente non più di 12. Il tutto si svolge nell’arco di un mese, poco meno, a seconda del tempo. Nel senso meteorologico del termine. Le fasi locali si tengono attorno a ferragosto, momento clou del GM (l’acronimo del campionato). La fase finale si gioca su un campo solo, quello di Nuuk, recentemente rimesso a nuovo e in erba sintetica, fino a qualche anno fa in terra battuta. Ma che nessuno t(r)emi: il romanticismo del campionato più “a nord” del Pianeta Terra non è stato affatto minato dalla colonizzazione del verde artificiale: gli spalti sono sempre i “soliti”: la partita la si guarda dalle rocce, liberamente e senza pagare nulla. 

Per comprendere pienamente quel che significa il calcio groenlandese bisogna saper astrarsi dalla quotidianità del calcio milionario, degli stadi vuoti, di pay-tv, dei giocatori considerati vecchi alle soglie dei trent’anni: i limiti di età in Groenlandia, semplicemente, non esistono. Nell’edizione del 2018, in una partita fra le squadre Kugsak-45 di Qasiggiannuit, (insediamento della Baia di Disko che conta poco più di mille anime) e Nagdlunguaq-48 di Ilulissat (terza città del Paese), si sono affrontati il più vecchio e il più giovane calciatore di sempre del campionato: Jonas ‘Kidi’ Hansen e Nemo Thomsen, segnando l’uno il gol della bandiera gol e l’altro una tripletta in una partita che ha avuto ben poco da dire terminando 1-13 per il N-48, compagine arrivata in finale e sconfitta per 2 a 0 dal B-67. 

A sinistra Jonas Hansen (47 anni),
a destra Nemo Thomsen (14)

fonte foto:
NBU – Nuuk Boldspil Union
GM 2019 ©

Jonas Hansen, il più vecchio, aveva all’epoca della partita 47 anni e 357 giorni mentre Nemo Thomsen, il più giovane, ne aveva da poco compiuti 14: due mondi a confronto, sebbene provenienti dallo stesso Paese, dato che Hansen gioca per la polisportiva del suo paese da sempre e, nonostante il blasone del Nagdlunguaq, per il Kugsak-45 l’importante era essere presente alla fase finale. Il titolo quell’anno è tornato al B-67, la “Juventus” della Groenlandia. E sebbene la nazionale maschile del paese ai Giochi non abbia vinto mai nulla, ci ha pensato la nazionale femminile nel 2011 con un bronzo che ha spiazzato tutti i presenti, andandosi a prendere coraggiosamente l’1-0 (al 75’) nella partita valida per la terza medaglia contro la rappresentativa delle Westerns Isles (Scozia).

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