«La riduzione delle disuguaglianze rappresenta un tema cui nessun governo ha finora attribuito centralità d’azione, il tema si è trovato ridimensionato (relegato, in molti casi, alla mera retorica) nell’ultima campagna elettorale e la nuova stagione politica si sta contraddistinguendo più per il riconoscimento e la premialità di contesti ed individui che sono già avvantaggiati che per una lotta determinata contro meccanismi iniqui (ed inefficienti) che accentuano i divari e le fratture sociali, minando la coesione e svilendo il nostro patto di cittadinanza».
L’attacco dell’esecutivo al Reddito di cittadinanza è grandemente noto, così come la narrazione che la maggioranza di Governo ha diffuso già da quando era “minoranza” (a cui per la verità si affiancava la voce del Partito democratico) fornendo alla popolazione un’immagine stereotipata e distorta del percettore del beneficio.
L’Oxfam, a tal proposito, rincara la dose:
«Il Governo deve fare un passo indietro sul regime transitorio del RDC previsto per il 2023 e garantire l’erogazione del sussidio per tutte le mensilità spettanti a tutti i beneficiari dell’istituto, rinunciando a un approccio categoriale che vede nell’impossibilità di lavorare e non nella condizione di bisogno il titolo d’accesso alla misura».
Non solo:
«va reso più equo, per quanto attiene ai criteri di accesso alla misura e all’entità del sussidio erogato e più efficiente con particolare riguardo alla riduzione dell’elevata aliquota marginale che grava sui beneficiari che già lavorano o iniziano a lavorare».
È uno dei neologismi dell’umanità che naviga nella crisi economica da un ventennio:
«I profitti societari mostrano una tendenza al rialzo da decenni. Prima della pandemia, le aziende di Global Fortune 500 [2] avevano aumentato i propri profitti del 156% in un decennio, dagli 820 miliardi di dollari nel 2009 ai 2.100 miliardi di dollari nel 2019. Oggi i profitti, in particolari settori dell’economia, stanno raggiungendo livelli sempre più elevati, contribuendo alla crisi del caro-vita».
«le imprese stanno scaricando sui consumatori l’aumento dei costi dei beni intermedi; stanno capitalizzando sulla crisi usandola come giustificazione per imporre prezzi più alti».
Certo è che, al momento, con l’approssimarsi delle elezioni regionali cominciano a riemergere anche quelle che sono le momentanee tensioni del centrodestra e le conseguenze delle dichiarazioni da campagna elettorale. Un esempio su tutte: l’autonomia. Indipendenza no, sovranità nemmeno, dunque tornare al concetto di “autonomia” sembra essere vitale per la Lega. Anzi, va indicata una data certa: nel 2023. Parossismo all’ennesima potenza, Matteo Salvini sembra esserne più che convinto [3]:
«dopo 30 anni di battaglie, grazie ad un centrodestra serio e compatto al governo e alla presenza importante della Lega, l’autonomia sarà realtà nel 2023».
Pubblicato su Atlante Editoriale: https://www.atlanteditoriale.com/it/macrotracce/it-profitti-per-pochi-disuguaglianza-crescente-e-autonomia-nel-2023/