«Una volta tanto possiamo anche pareggiare: o vinciamo o perdiamo. È che non ci piacciono le mezze misure».
La sintesi migliore a fine partita la pronuncia il portiere: Daniele Poma, oggi sui gradoni (espulso la settimana scorsa contro il Mar.Na) a sostenere la Borgata con cori e canti assieme ai tifosi.
Alla Borgata le mezze misure non piacciono e, in effetti, anche in questo caso lo ha dimostrato: primo tempo sopra le righe, non proprio reattiva nella ripresa.
Ma procediamo con ordine.
Se si esclude il direttore di gara (Destino, da cui il titolo del post riprendendo il titolo di una nota pellicola del cinema italiano), che non si accorge neanche di un pugno dato volontariamente dal portiere ospite a Chieffo, si può ben dire che il protagonista di questa partita è stato il forte vento. La Borgata scende in campo compatta e con la voglia di dimostrare tutto: non semplicemente “portare a casa la giornata”. Il piglio con cui gli undici granata entrano nel rettangolo di gioco è eccellente, nonostante nella prima frazione il vento soffi in direzione contraria dell’attacco dei locali. Ma De André insegna che a fermare il vento gli si fa solo perdere tempo. Eolo, spostati: ci servono i tre punti!
Il vero motore dell’attacco granata sembra essere un reattivo e presente Proietti: più volte nel primo quarto d’ora il numero 7 viene cercato e pescato dai suoi compagni ma, troppo spesso, la sua iniziativa è isolata e non riesce a connettersi col resto dell’azione. Il centrocampo della Borgata tiene e sebbene il 16 arancionero si faccia vedere, tagliando porzioni di campo per accentrare l’azione della Caput Roma, regge e Monopoli viene contenuto.
La prima grande occasione è al 17’: cavalcata di Chieffo dalla destra e tiro velenosamente preciso. Isopo respinge ma non blocca: sopraggiunge Cassatella nei pressi dell’area piccola che tenta l’intervento col destro per impedire il secondo tempo di reazione dell’estremo difensore, ma giunge un attimo in ritardo e la sfera è ospite. La Borgata preme sul pedale dell’acceleratore e inizia a creare occasioni, una dopo l’altra: al 18’ è Proietti a farsi vedere dalle parti di Isopo, tentativo che si spegne sul lato sinistro della porta; al 19’ è Ciamarra che prova a impensierire l’estremo difensore della Caput.
La Caput Roma riesce a farsi vedere solamente attorno al ventesimo di gioco: Segamonti pesca in cross Domizi: supera due uomini e arriva a tu per tu con Capuani. È una frazione di secondo: Capuani sembrava già battuto ma Domizi non tira, l’estremo difensore granata si tuffa tra le gambe dell’avversario fermando l’azione d’imperio.
La partita si sblocca al 25’ e, per una volta, è bene utilizzare una di quelle espressioni oscene che però fa molto “cronaca sportiva”: “colossale dormita” della difesa ospite, in particolar modo di Segamonti, e Chieffo riesce a insaccare portando avanti la Borgata con un destro preciso.
I granata sono in festa e consci che la partita vada chiusa. E anche nel giro di pochi minuti: servono maturità e testa, c’è bisogno di lucidità. Il ritmo alla mezz’ora si fa più blando ma al 35’ il solito Chieffo, assieme a Pompi, tenta il raddoppio: Isopo blocca il risultato sull’1-0. Proietti vuole segnare a tutti i costi: ci prova al 33’ così come cinque minuti dopo: non riesce e se la prende col palo. Lo prende a calci sfogando rabbia e frustrazione, ma lo sa anche lui: la prestazione, fino a quel momento, c’era.
L’unico giocatore ospite che sembra manifestare più carattere nella prima frazione di gioco pare sia Monopoli: riesce sempre a saltare più di un giocatore granata e a farsi largo tra le maglie difensive locali che, di fronte a lui, diventano un po’ troppo porose.
Un’avvisaglia per quel che sarebbe successo nella ripresa.
Già, cos’è successo?
La Borgata, a cui non piacciono le mezze misure, torna a giocare con il vento favorevole ma – forse – con l’umore di chi aveva già in testa l’esser riusciti a portare a casa i tre punti senza troppi sforzi. Una mancanza di maturità, una stanchezza in potenza: il gol al 25’ del primo tempo è stato una goccia di miele sulla lingua dopo aver assaporato solo medicine amare nel corso delle ultime settimane. Testa e cuore: la Borgata ce li ha e anche “sovrabbondanti”. Costanza e realismo molto meno.
Se la Caput Roma nel primo tempo si aggirava nel rettangolo verde senza troppo comprendere cosa stesse succedendo, nella ripresa ha un atteggiamento completamente diverso, complici anche le sostituzioni (con l’entrata di Giannetti e Viscontini). Mister Peschiaroli cambia il modulo e la differenza è subito evidente, nonostante la prima azione dei secondi quarantacinque minuti di gioco siano ancora legati all’iniziativa della Borgata: Cassatella salta due difensori e tenta la bordata che impegna Isopo in due tempi. Ma il risultato è ancora bloccato.
Quattro minuti dopo, al 7’, è Duello che insacca e la Caput Roma riprende una partita che, forse, nella testa dei giocatori granata era già stata data per archiviata.
Quando si torna in campo dopo la pausa, solitamente, succede sempre di tutto: accade che Ciamarra sfiori l’incrocio dei pali su un ottimo assist di Proietti (14’) e che un pallone (al 19’) calciato dal 9 locale colpisca prima la traversa e, poi, finisca poco oltre la linea di porta. Dentro al campo: non è gol. L’illusione è servita: l’emozione mozzata di netto in gola.
È proprio ora, però, che la Borgata tira i remi in barca: la Caput Roma inizia a fare quel che vuole.
Il vantaggio definitivo arriverà al 34’. Gol di Serafino, decano arancionero, in evidente e chilometrico fuorigioco su cui il direttore di gara non ha avuto nulla da dire.
Gli schemi saltano completamente: la Borgata si fa avanti e viene punta dalle ripartenze arancionere. Il gol non arriva. Un pugno sì, però, quello del portiere Isopo a Chieffo.
Al 43’ l’arbitro non assegna l’autogol verificatosi a seguito di una punizione calciata dalla Borgata: rimostranze, proteste, un mare di maglie bianche che accerchiano una divisa giallo fluo ed estremo difensore che mette in atto il Galateo al completo, vibrando un colpo al 2 granata che si stava avvicinando all’area piccola arancionera.
Ma l’arbitro non vede.
Forse, però, è vero: la partita andava chiusa prima. Dici “ma come? Ci abbiamo provato, non hai visto?”. Tutto sommato c’è sempre domenica prossima per continuare ad imparare e camminare domandando. Perché, in fondo, è questa l’estrema sintesi: a noi le mezze misure non piacciono, ma dobbiamo imparare a conoscere noi stessi, chi siamo e dove vogliamo andare. Cercando di non inciampare – metaforicamente parlando – sui nostri passi. Ché la cosa più difficile è ammettere la sconfitta. Il punto è che si può anche toccare il fondo, ma le punte dei piedi fanno forza, i muscoli delle gambe spingono, le ginocchia si flettono: ora serve la spinta per risalire e tornare a respirare a pieni polmoni, ché di acqua ce n’è già troppa stando a pari punti con la Tevere Roma.
Il tabellino della ventesima giornata | Campionato di Seconda Categoria Girone E
BORGATA GORDIANI – CAPUT ROMA XIV 1-2
MARCATORI: 25’pt Chieffo (BG) 7’at Duello (CR), 34’st Serafino (CR)
BORGATA GORDIANI: Capuani, Chieffo, Piccardi, Capostagno, Zagaria, Brigazzi, Proietti (40’st Corciulo) Alfonsini (18’st Cicolò), Ciamarra, Cassatella (33’st Michelangeli), Pompi A DISPOSIZIONE Casavecchia, Zannini, Capuzzolo, Segatori, Schiaroli ALLENATORE Fabrizio Amico
CAPUT ROMA XIV: Isopo M., Di Carlo L., Monopoli I., Segamonti, Acreman (1’ st Viscontini), Peschiaroli, Fiera, Salomoni (1’ st Giannetti), Duello, Domizi (8’st Serafino), Monopoli M.,(32’st Di Carlo S.) A DISPOSIZIONE: Isopo E., Salvatori, Gentili, Viscontini, Kellil, Montanari (S.n.). ALLENATORE: Federico Peschiaroli
Arbitro: Destino (Roma1)
Note: Ammoniti: 12’st Segamonti (CR) 21’st Zagaria(BG) Angoli: Borgata Gordiani 3 – 1 Caput Roma XIV. Recupero: 0’pt, 3’st (assegnati) 6’st effettivi.