La riscossa a 4253 chilometri, ma anche domenica

Foto di Elisa Vannucchi ©

Domenica 3 aprile [2022] la Borgata Gordiani avrebbe dovuto, ma forse anche potuto, giocare una partita diversa ma è andata com’è andata, al netto degli ottativi. Beninteso: chi batte queste righe non era presente alla “trasferta” di Via dell’Acqua Marcia, in quel di Pietralata, in un rinnovatissimo impianto dedicato a Fulvio Bernardini. Non c’ero e, dunque, è bene non parlare di cose che non si conoscono. Tuttavia, si può serenamente dire che i tre punti avrebbero fatto comodo al morale della Borgata, sempre più vicino ad essere come quello delle montagne russe: tra salite e discese, vittorie e sconfitte, il cuore balza fino in gola fino a scendere giù nello stomaco per assestare uno di quei destri che metà bastano.
Tornare negli spogliatoi dopo aver giocato quella partita, dopo averne incassati 4 contro il Mar.Na. sarà stato duro come un gancio al mento: abusare di metafore in ambito pugilistico, in queste circostanze, viene facile, il lettore sia indulgente.
Gli occhi di Zannini dopo la partita contro la capolista parlavano chiaro: conoscevano il rammarico, ma erano anche profondi come una riscossa in fieri, una di quelle cose che si riescono a cogliere solo dopo una sconfitta bruciante, all’ultimo minuto.
Stamattina l’account Instagram della Borgata è stato aggiornato con le foto scattate dalla fotografa Elisa e a cui è stata aggiunta la canzone “La vita è una” del Muro del canto ed è vero: «la vita è una c’hai ragione: non conviene campà co ‘r sangue amaro pe’ ste quattro iene». Che i gol siano iene, non c’è dubbio: mordono e fanno intravvedere la zona playout più vicina, in un meccanismo tipico del dilettantismo tout court per cui in un secondo sei ad un passo dai play-off e in quello successivo sei con un piede in fallo e pronto a scivolare nel burrone pieno di rovi.
Che i gol siano iene, non c’è dubbio: però, proprio al centro del parcheggio del campo che ospita le partite della Borgata, addosso ad un palo, qualcuno (va a sapere chi!) ha inserito dei cartelli indicanti città piuttosto lontane con tanto di distanza in chilometri: Istanbul, ad esempio, dal lampione del parcheggio sterrato di Via Verrio Flacco, dista esattamente 4253 chilometri.
Chiedersi a quale scopo si sia apposto quel cartello sarebbe non solamente ridondante quanto, piuttosto, inutile: diamo per certo il dato che, ora, c’è l’indicazione e che chiunque passi di lì noti quella freccia. Un enigma sfingeo. Eppure, forse, la risposta sta proprio nell’enunciazione dell’enigma stesso: la riscossa è lì, a Via Verrio Flacco, che poi ci sia scritto Istanbul e la relativa distanza, 4253 chilometri, è un altro paio di maniche. Non importa quanta distanza percorreranno le gambe degli undici granata: l’importante è sapere da dove partire. Cioè da domenica in casa contro la Caput Roma XIV.

Che poi, a proposito di Muro del canto, verrebbe “a cecio”, come si dice a Roma, un’altra canzone: “Reggime er gioco”:

«Reggime er gioco ancora
Come è stato tanti anni fa
Che a noi nun ce mettono in riga
Ce piace d’arzacce pe poi ricasca’».

Azzeccatissima per la Borgata.

 

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