Siamo pur sempre nel III/IV secolo dopo Cristo: gli imperatori vantavano discendenza ed erano espressione dalla classe senatoriale. Che degli appartenenti alla borgata si riuniscano per giocare a calcio sotto il nome degli imperatori Gordiani forse avrebbe fatto storcere il naso anche agli altri reggenti colpiti dalla damnatio memoriae. Cioè quegli imperatori che, secondo l’opinione pubblica di allora, erano stati così deprecabili che non valeva la pena neanche che si ricordassero in futuro.
Ecco, la Borgata Gordiani, ovviamente, con gli imperatori non c’entra nulla. Mentre stavo sui gradoni del campo del Tor Sapienza mi interrogavo sul nome e sull’ironia – a posteriori, tutta persa nelle circonvoluzioni cerebrali di “storico” – nel vedere un imperatore, discendente da una famiglia di rango senatoriale chiedere lumi sulla squadra che porta il suo nome e che diavolo ci facesse quel termine lì, borgata, sulla maglia di tutti.
Dall’ultima partita al Nicolino Usai a seguire l’Ardita è passato fin troppo tempo: mentre i colori gialloneri venivano ammainati dalla nave che tornava sconfitta in porto, ecco che veniva issato il granata da una piccola imbarcazione che voleva prendere il largo nel dilettantismo romano e laziale. A distanza di anni la Borgata Gordiani esiste, vive e proprio oggi ha inaugurato la nuova sede.
Sporting Aniene-Borgata Gordiani
La partita si mette subito male per i granata: il vantaggio è dei gialloblu dello Sporting Aniene. Il risultato rimarrà immutato fino alla fine del primo tempo. A volte il tutto si decide in una manciata di secondi, come spesso accade nelle categorie basse del dilettantismo romano. Oppure in quei momenti di alfa e omega di una partita: nei primi minuti o nelle battute finali di primo tempo o ripresa. È quello che è successo: nella ripresa la Borgata scende con spirito diverso e combattivo: il pareggio è servito in un battito di ciglia dopo il fischio dell’arbitro. Neanche il tempo di rendersene conto e il punteggio, prima inclinato a favore della squadra di casa, ora è di nuovo su un punto di equilibro. Tutto da rifare, per entrambi. Solo che in quel momento chi ha “il pallino del gioco”, ma soprattutto del morale, è la Borgata Gordiani. In fondo basta poco: lo Sporting sembra aver «perso il veleno», come dice il mister locale ai suoi: «abbiamo perso il veleno?!». Qualcosa dev’essersi rotto: il centrocampo è il termometro della partita: i locali non fanno sconti e tentano di non far passare i granata oltre la linea di metà campo. Poche occasioni da entrambe le parti ma poi, a seguito di un episodio da parte dell’attacco ospite, lo Sporting rimane in 10 causa doppia ammonizione del numero 8. Il secondo gol arriva allo scadere della partita e i gradoni, su cui si erano posizionati i sostenitori della squadra ospite, sono travolti anch’essi dall’entusiasmo per la partita ripresa per i capelli, per la vittoria conquistata metro dopo metro. Perché non c’è solo la Serie A, non c’è solo la Champions: c’è un mondo di “palla lunga e pedalare”, un dedalo di partecipazione e sudore dentro e fuori il campo che è ben lontano dalle partite in streaming o dai biglietti che costano cifre spropositate. In seconda categoria il biglietto non si paga, ma lo spettacolo è assicurato.
«Dovemo pensà che tutte le squadre so più forti de noi, no che manco arrivamo al campo e dimo: “vabbè ma tanto semo mejo noi”, non va così», i gialloblu sconfitti hanno qualcosa da recriminarsi nell’atteggiamento. Percorrendo il viale che separa il cancello d’uscita dagli spogliatoi, si sentono queste ed altre affermazioni. C’è, tuttavia, da dire che entrambe le squadre hanno giocato alla pari e fronteggiandosi in modo gagliardo. Serpeggiava rassegnazione a Via degli alberini, in casa gialloblu, di fronte all’Aniene che scorre lento e placido.
E a fine partita: tutti a beve!
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