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Una cosa mi inquieta particolarmente: la non-comprensione dei fenomeni politici, anche di quelli più elementari, tanto da parte della generazione dei nostri padri (i nati fra gli anni ’50 e ’60 del novecento), passando per i cosiddetti quarantenni, arrivando fino ai miei coetanei. È il lascito della cosiddetta fine delle ideologie degli anni ’90, decretata da chi ha voluto uniformare il pensiero capitalista e del mondo occidentale, a cui la sinistra ha dato il proprio servile consenso, a partire dalla Bolognina, arrivato fino ad ora con Matteo Renzi che si è dichiarato a più riprese liberista di sinistra.
L’aver posto fine alle ideologie in ambito politico ha significato un appiattimento al pensiero unico del Capitale, finendo così per avere varie posizioni più o meno liberiste da parte di tutti gli schieramenti parlamentari (ad esempio), più o meno accondiscendenti riguardo i trattati che regolano la politica europea, più o meno d’accordo sulle politiche economiche che lo Stato deve attuare, certamente assertivi riguardo la NATO, ovviamente d’accordo su fiscal compact e affini, agitando tutto il resto come scalpo da dare in pasto a giornal(isti)ai e opinione pubblica per far scaldare un po’ gli animi nei confronti di questa o quella boutade a buon mercato (gli immigrati, il reddito di cittadinanza e così via).
Non-comprensione è l’opposto, in negativo, del termine tutto positivo (comprensione) che indica non solo un atto passivo ma soprattutto attivo nei confronti di un dato fatto, ad esempio, ma anche della realtà più spicciola che ci circonda. Non-comprendere che la Lega, il Ministro dell’Interno, siano alfieri dell’UE e non, come hanno fatto credere a milioni di elettori, “rovesciatori dell’ordine costituito burocratico europeo”, è molto grave.
La stessa cosa vale per il Movimento 5 stelle. In entrambi i casi si è parlato, in passato, di sforature di limiti «imposti dall’Europa», si è parlato di uscita dall’Euro per cui da un lato i meridionali non si meritavano la moneta unica e dall’altro era uno strumento della finanza che opprimeva commercianti, PMI, popolo basso e anzi «[…] se non ci liberiamo dall’Euro, il Mezzogiorno sarà una terra spopolata».
Ugualmente, ancora, si può dire (andando da una parte all’altra dello schieramento parlamentare) per le posizioni della Bonino riguardo le politiche migratorie, parlo del video divenuto quasi virale sui social e su internet in cui la senatrice di +Europa compie un discorso pieno di luoghi comuni, dunque applauditissimo dai colleghi senatori. Non-comprendere che la Bonino (anni prima) si fece portatrice di affermazioni decisamente guerrafondaie rispetto alla guerra in Jugoslavia, l’Iraq, l’Afghanistan, la Libia (e l’elenco potrebbe essere molto lungo) è tanto grave quanto il consenso che ingenuamente le si dà perché è una donna che sa quel che dice e ha carattere.
Dobbiamo scegliere se continuare a farci rubare imprese e lavoro da Paesi che stampano propria moneta. O iniziare… http://t.co/cMqcypUXWd— Luigi Di Maio (@luigidimaio) 14 dicembre 2014
Non-comprendere che il Movimento 5 stelle e la Lega siano organizzazioni politiche che basano il loro consenso sulla speculazione riguardo le posizioni assunte su temi da dare in pasto alla stampa (di cui sopra), mentre con la mano sinistra mantengono le redini del capitalismo e delle élites, è molto grave.
Questo mi spaventa e mi inquieta: la totale mancanza di discernimento trans-generazionale degli italiani.
Questo mi spaventa e mi inquieta: la totale mancanza di discernimento trans-generazionale degli italiani.