Più pensavo ad un titolo e più non mi veniva in mente davvero nulla di costruttivo se non questo. Non sono mai stato un titolista, questo c’è da dirlo.
La grande stampa è alla costante ricerca dello scandalo e della titolazione sensazionalistica che colpisca, che faccia vendere copie, che crei visualizzazioni sul sito piuttosto che appurare la veridicità di un dato fatto (si può sempre fare dopo con un errata corrige che non leggerà nessuno) oppure che lo interpreti in modo da mostrare una verità “altra” rispetto alla realtà dei fatti.
Le motivazioni di quest’ultima iniziativa editoriale, chiamiamola così, comune a tutti i grandi e medi editori (nessuno escluso) di quotidiani cartacei, hanno un fine latentemente politico: l’episodio del bus in fiamme di qualche giorno fa, ad esempio, è a dir poco eloquente. La stampa indica il bus in fiamme descrivendo i fatti e arrivando alla conclusione che l’Atac è certamente in rosso, che è una vergogna che i mezzi pubblici della città di Roma versino in una condizione da ottavo mondo (magari facendo anche parlare qualche esponente radicale dato il referendum imminente) e poi arriva alla conclusione politica affermando come la Raggi abbia dichiarato che i bus in fiamme sono «comunque meno del 2017», ridicolizzando ulteriormente l’affermazione (già di per sé risibile).
La storiella del tizio che indica la luna e lo stolto guarda il dito è applicata alla perfezione, confezionando un pacchetto di disinformazione, speculazione politica e ristrettezza di visione del reale consegnandola a chiunque (nel senso più totale del termine) che ne può porre e disporre come peggio crede.
La realtà, però, è un’altra. I bus vanno in fiamme perché la Corpa, azienda che si occupava della manutenzione dei bus di Atac, non s’è vista rinnovare l’appalto e ha licenziato i suoi dipendenti. Gli autobus di Atac viaggiano senza manutenzione. Questo è il fatto, ed è gravissimo che si stia speculando sul bus in fiamme per non dire che più di cento lavoratori che operavano nella manutenzione degli autobus hanno perso il lavoro (mansione utilissima, vien da sé la considerazione).
La storiella del tizio che indica la luna e lo stolto guarda il dito è applicata alla perfezione, confezionando un pacchetto di disinformazione, speculazione politica e ristrettezza di visione del reale consegnandola a chiunque (nel senso più totale del termine) che ne può porre e disporre come peggio crede.
La realtà, però, è un’altra. I bus vanno in fiamme perché la Corpa, azienda che si occupava della manutenzione dei bus di Atac, non s’è vista rinnovare l’appalto e ha licenziato i suoi dipendenti. Gli autobus di Atac viaggiano senza manutenzione. Questo è il fatto, ed è gravissimo che si stia speculando sul bus in fiamme per non dire che più di cento lavoratori che operavano nella manutenzione degli autobus hanno perso il lavoro (mansione utilissima, vien da sé la considerazione).
Il clima che si sta creando attorno alla presunta necessità di privatizzazione del trasporto pubblico è palese e la questione del bus in fiamme, trattata come è stato fatto dalla stampa italiana, ha finito per essere il più grande regalo alla campagna di Radicali Italiani per la «messa a gara del servizio di trasporto pubblico». Questo perché non si è posto un serio dibattito sulla questione di Atac, sulla sua gestione e sulle esternalizzazioni ma ponendo solo l’accento sul debito dell’azienda.