Per approfondire sul calcio groenlandese, rimando a questo link di un articolo che ho scritto due anni fa per il blog di Fabio Belli (Storie Fuorigioco) in cui troverete tutto quello che vi potrà interessare. Sempre, e solo, se siete nicchisti come il sottoscritto o inattuali come Carlo Martinelli (giornalista dell’Adige).
Che cosa sono gli Islands games
L’edizione del 2011
L’unico gol groenlandese della semifinale con le Åland | © WightEye |
La Groenlandia femminile, dunque, quell’anno riesce ad approdare alle fasi finali dell’edizione a seguito di una brillante prestazione nella fase a gironi, e anche aiutate da un pizzico di fortuna nell’accoppiamento con le altre nazionali: il mini-campionato in cui era inserita la selezione biancorossa era composto da Isola di Man e Gibilterra (non propriamente un’isola, ma vabbè).
La prima partita è un disastro e le ladies of Manx rifilano 3 gol alle inuit, tuttavia le donne groenlandesi non si perdono d’animo e insaccano per 9 volte contro un’attonita Gibilterra il giorno successivo.
Una fase di gioco di Åland – Groenlandia | © WightEye |
Karoline Malakiassen, l’autrice del gol in una foto dello scorso anno con la maglia del suo club l’A.T.A. della città di Tasiilaq. |
Sconfitta ma non vinta. Un blogger locale, che in quei giorni, seguiva la kermesse sportiva, ha scritto come le groenlandesi, nel match perso contro le Åland (dalle parti di East Cowes Vics) non avessero «mai perso la testa, nonostante il risultato negativo di tutto il secondo tempo: hanno continuato a giocare fino all’ultimo secondo».
La finale per il terzo posto, però regala grandi soddisfazioni alle eschimesi: il gol della vittoria arriva al 75′, firmato da Karoline Malakiassen, contro le Westerns Isles (Scozia), a causa di un portiere non propriamente nel ruolo.
La festa delle Groenlandesi è un tripudio di inadeguatezza ed estrema felicità (ben controllata) nel ricevere una medaglia da parte degli organizzatori della manifestazione, con i pochi – ma significativi – presenti che urlavano: «We love you Greenland, we do: oh, Greenland we love you», in piena tradizione british, anzi, wightish.