L’iniziativa indipendentista non si arresta e, seppure dopo alcune contraddizioni sul dopo Capo Frasca, le date certe sono ormai due: mercoledì 29 ottobre e martedì 13 dicembre.
La prima riguarda la mobilitazione della rete ‘Pesa Sardigna’ riguardo l’affaire Pisq (Poligono interforze Salto di Quirra) il cui processo si celebrerà il 29 a Lanusei; la seconda data è la seconda manifestazione del post-Capo Frasca, la cosiddetta ‘Cramada’ (chiamata) convocata dagli organizzatori che il 2 agosto avevano indetto l’ormai famosa ‘Manifestada Nazionale contra a s’ocupatzione militare’ e cioè Sardigna Natzione, a Manca pro s’Indipendentzia e i comitati Su Giassu, Su Sentidu e Gettiamo le basi.
La mobilitazione di mercoledì 29 vede coinvolte maggiormente le organizzazioni politiche, all’interno della rete ‘Pesa Sardigna’: il Fronte indipendentista unidu (Fiu), Progres – Progetu Republica e Scida – Giovinus indipendentisas, quest’ultima non facente parte della Rete ma aderisce e partecipa al sit-in organizzato per mercoledì 29 a Lanusei.
Proprio riguardo la lotta contro le basi militari, quest’ultima organizzazione studentesca è stata protagonista di una dimostrazione a Cagliari conclusasi con l’occupazione della facoltà di Lettere dell’Università del capoluogo.
Il corteo degli studenti contro le basi militari, in previsione della mobilitazione davanti al tribunale di Lanusei è stata molto partecipata e si potrebbe ben considerare prodromica del sit-in di mercoledì.
A tal riguardo il Fronte indipendentista unidu, in una nota, ha specificato che: «Non c’è lotta contro l’occupazione militare senza lotta per l’indipendenza. La grande manifestazione di Capo Frasca ha dimostrato il carattere indipendentista della mobilitazione, almeno nella sua direzione. […]. La mobilitazione contro l’occupazione militare deve ovviamente restare aperta a tutte le istanze pacifiste, democratiche e di base anche se non esplicitamente indipendentiste ma è necessario fare chiarezza su un punto fondamentale. Senza una chiara direzione indipendentista non è pensabile ottenere lo smantellamento dell’occupazione militare».
Sulla stessa linea Gianluca Collu, segretario di Progres – Progetu Republica che, raggiunto da Controlacrisi ha dichiarato: «L’udienza di Lanusei è importante perché per la prima volta vengono citati a giudizio degli alti generali delle forze armate italiane per i gravi fatti che sono avvenuti all’interno del poligono del Salto di Quirra (il Pisq). Per noi questa mobilitazione importante perché si sta parlando di poligoni militari e la nostra visione è quella di dismettere completamente tutti i poligoni: bonificare e riconvertire quelle aree interessate. Per cui quella data di mercoledì è importante» ancor più per i tre punti ribaditi in più occasioni da Collu, Piga e Zancudi (Progres e Fiu).
Nella nota del Fronte si legge, ancora, che «abbiamo molto chiaro il fatto che per l’Esercito italiano il poligono di Quirra sia irrinunciabile e che costituisca il vero interesse strategico su cui puntano l’Esercito, le multinazionali delle armi, lo Stato italiano e la stessa giunta Pigliaru. Per questo motivo rilanciamo con forza l’appuntamento, promosso dalla Rete Pesa Sardigna, per il 29 ottobre davanti al tribunale di Lanusei in occasione della prima udienza del processo Quirra».
«Ben venga l’udienza di Lanusei perché avvalora le ragioni di un popolo e di una nazione. Quella sarda, chiaramente», continua il segretario di Progres, Collu che prosegue sulla stessa linea del Fronte riguardo i partiti sovranisti in Regione: «tra i partiti sovranisti e autonomisti buona parte sono in maggioranza in Regione per cui hanno una responsabilità nel governare la Sardegna, per cui ci sono delle prospettive diverse che sono emerse già dalle scorse elezioni sarde».