Candidati spalmati in 7 ore di confonto in modalità “faccia a faccia”, moderati da un giornalista. Il tutto… su twitter!
Queste le firme che hanno rivolto le domande ai pretendenti porporati di Roma Capitale. Le forze politiche c’erano tutte, i candidati anche, tranne il sindaco uscente Gianni Alemanno: dal Partito Democratico a Sel, dal Movimento 5 Stelle allo Psi.
Le regole
Ogni tweet dello strano dibattito, che aveva le regole di un faccia a faccia a due, doveva contenere l’hashtag #13RM; i confronti fra le coppie di candidati non dovevano superare i 50 minuti, le domande in tutto sarebbero state una ventina poste ai candidati a cadenza regolare di due minuti. Chiunque, ovviamente, poteva interagire con il twitbattito e con i suoi partecipanti dal momento che bastava inserire l’hashtag #13RM ad ogni cinguettio: alcuni tra i candidati, infatti, si sono trattenuti anche dopo la chiusura del dibattito-a-140-caratteri.
Gli Orari
I faccia a faccia tra i dodici candidati a sindaco sono stati spalmati nell’arco di circa 7 ore: le danze sono state aperte da Paolo Gentiloni e Sandro Medici alle ore 10. Hanno chiuso la lunga kermesse di cinguettii i candidati Stefano Tersigni e Stefano Pedica.
I Partecipanti
Hanno partecipato al twitbattito così accoppiati: Paolo Gentiloni (Pd) e Sandro Medici (Lista Civica); Alfio Marchini (Lista Civica – Movimento della cittadinanza Romana) e Patrizia Prestipino (Pd); Umberto Croppi (Fli) ed Enrico Stefàno (M5S); Alessandro Bianchi (Lista civica – Progetto Roma) e Mattia Di Tommaso (Psi); Umberto Marroni (Pd) e Gemma Azuni (Sel); Luigi Nieri (Sel) e David Sassoli (Pd); Stefano Tersigni (Lista Civica – Roma Capitale è tua) e Stefano Pedica (Centro Democratico).
I Temi Trattati
Giudizi su 5 anni di amministrazione Alemanno, pedonalizzazione dei fori e del centro storico, edilizia popolare, cultura, metro, project financing e poi ancora le slot machines, la ciclabilità, le zone 30: servirebbe un “cloud” per inserirli tutti.
Al termine del dibattito a colpi di cinguetii, alcuni candidati si sono fermati a rispondere a ciò che non avevano avuto modo neanche di guardare, durante i 50 minuti di domande dei giornalisti. Al termine del dibattito si potrebbero iniziare le considerazioni ex-post su quello che è accaduto nella giornata di ieri: i candidati si sono sottoposti al regime ferreo dei 140 caratteri, sintetizzando al massimo il loro pensiero e le loro proposte per Roma. Si è assistito, indubbiamente, a qualcosa di “diverso” o comunque di “fuori dal coro” ma, se si volesse proporre il format del twitbattito per altri faccia a faccia, bisognerà oliare bene un meccanismo abbastanza farraginoso anche perché era la prima volta che sei testate giornalistiche intervistavano dodici candidati. Nonostante le difficoltà e, magari, la goffaggine dei singoli candidati più esperti politicamente ma meno avvezzi ai social network, si è segnato un passo importante nella comunicazione politica. Di contro c’è da dire che i 140 caratteri imposti da twitter non sempre permettevano delle spiegazioni esaurienti, costringendo così i candidati ad un secondo tweet indicandolo con la formula “2/2”; inoltre bisognerebbe creare le condizioni affinché i dibattiti completi di tutti i partecipanti alle elezioni, di tutti gli schieramenti, possano confrontarsi anche grazie i programmmi televisivi o radiofonici. I primi, specialmente, spesso dimentichi degli effettivi partecipanti di questa o quella elezione. Ma questa è un’altra storia.